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Un patto di lucidità per la p.a. italiana

, di Fabio Todesco
Ogni politica di riforma deve partire dal riconoscimento dello scollamento tra macchina amministrativa e paese reale, afferma Fabrizio Pezzani nel suo ultimo libro

Fabrizio Pezzani
Il patto di lucidità
Come avvicinare istituzioni e paese reale

Università Bocconi Editore, 2008
172 pagine, 14 euro

Macchina amministrativa e paese reale sono sempre più disallineati. Mentre il paese, pur tra molte difficoltà, evolve, la mancata definizione delle grandi riforme e la difficoltosa implementazione di quelle avviate ha fatto sì che un'amministrazione pubblica quasi immobile diventasse, in molte realtà, un fattore di complessità e, in definitiva, un ostacolo allo sviluppo. È ora di stipulare un patto di lucidità che parta dalla presa d'atto di questa realtà per definire "una chiave di lettura dei fenomeni politici e amministrativi che consenta di osservare le reali dinamiche del paese e di definire e adottare soluzioni specifiche", scrive Fabrizio Pezzani nel suo Il patto di lucidità. Come avvicinare istituzioni e paese reale (Università Bocconi editore, 2008, 172 pagine, 14 euro).

Il difetto principale, nella visione di Pezzani, è la mancata individuazione di un modello di stato a cui tendere, da centrale a federale, "che condiziona l'efficacia delle politiche di riforma, lasciando il paese in mezzo a un guado".

Sono i contributi di sei studiosi italiani e stranieri a definire nel dettaglio le proporzioni dello scollamento tra paese reale e istituzioni e a suggerire realistiche vie di uscita, che partono dalla presa di coscienza del disallineamento.

Enrico Guarini analizza il patto di stabilità interno, il meccanismo operativo attraverso cui il governo centrale definisce obiettivi e vincoli della gestione finanziaria dei livelli di governo locale; Manuela Brusoni e Veronica Vecchi misurano il gap tra pubblica amministrazione e impresa e il danno che esso procura alla competitività nazionale; Davide Galli delinea i principi che dovrebbero guidare un sistema di misurazione della performance della pubblica amministrazione, mentre Geert Bouckaert e Koen Verhoest avviano una comparazione con quattro paesi significativi per il processo di riforma come Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Olanda e Svezia.

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