Contatti

Per un libero capitale in una libera Unione

, di Franco Bruni - professore ordinario di teoria e politica monetaria internazionale
Non basta rendere flessibile il mercato del lavoro, importano anche gli investimenti. Aperture e benefici della concorrenza nella finanza, uno dei temi di Economia e società aperta, il forum internazionale organizzato da Bocconi e Corriere della Sera

La libertà del movimento internazionale dei capitali è una condizione perché si realizzi pienamente il mercato unico, uno dei principi fondanti dell'Unione europea. Negli ultimi decenni la libertà dei capitali è cresciuta. L'introduzione dell'euro l'ha resa più facile e, nel contempo, più importante. Sono cresciute le attività cross border di alcuni intermediari finanziari che hanno oggi una natura europea e sono in grado di giocare la partita globale. Sono cresciuti gli scambi internazionali di titoli e si sono internazionalizzate le borse. L'integrazione finanziaria ha agevolato l'internazionalizzazione delle imprese europee di ogni tipo e ha reso il mercato unico una realtà più concreta, un'arma più importante dell'Europa nella competizione mondiale. Il processo di integrazione del mercato dei capitali europeo non è però ancora completo. Rimangono ostacoli regolamentari, politici e culturali. Il loro superamento è una condizione per riorganizzare insieme il mercato, a livello comunitario, con riforme che ne accrescano l'apertura, la trasparenza e la stabilità. In Italia e in Francia, come in altri paesi membri, ci sono resistenze e lentezze che rallentano la messa a disposizione delle imprese, dei risparmiatori e degli investitori, di un mercato finanziario veramente unico, aperto e moderno.

Le regole bancarie e finanziarie, e la vigilanza sul loro rispetto, sono ancora diseguali e decentrate presso gli stati membri. Le autorità politiche e una parte delle opinioni pubbliche nazionali si schierano ancora spesso su posizioni di localismo e protezionismo finanziari, favorendo la formazione di "campioni nazionali" anziché di grandi imprese europee capaci di giocare la partita globale. L'interesse dei produttori - capitalisti e lavoratori - a venir protetti dalla concorrenza internazionale e dai costi dei cambiamenti che l'internazionalizzazione inevitabilmente comporta, viene spesso privilegiato rispetto a quello dei consumatori. I consumatori ottengono qualità e prezzi migliori quando i beni e servizi sono prodotti da imprese internazionali in un mercato più integrato e aperto alla concorrenza europea e globale. L'interesse dei gruppi privati e delle amministrazioni pubbliche che controllano la proprietà di imprese con modalità e governance opache e poco contendibili, prevale su quello della maggioranza degli investitori e degli azionisti, che vorrebbero un mercato del controllo societario aperto, trasparente, capace di disciplinare e stimolare l'efficienza della gestione delle imprese. Se non si velocizza l'unificazione e la riorganizzazione a livello comunitario del mercato europeo dei capitali e del controllo societario, riformandolo, regolandolo e vigilandolo insieme, l'Europa perderà potere e ruolo finanziario a livello mondiale, reagendo in modo inadeguato alle sfide dell'innovazione e della globalizzazione. Occorre, ad esempio, un approccio uniforme e comunitario per gestire in modo efficiente la crisi finanziaria in corso che, partita dagli Usa nell'estate scorsa, è diventata globale e investe profondamente il sistema bancario e creditizio europeo. Un altro esempio importante è la reazione agli investimenti dei fondi sovrani dei paesi emergenti. Una reazione che, per essere efficace e benefica, massimizzare i vantaggi e le opportunità del fenomeno evitandone i rischi economici e politici, dovrebbe essere disegnata su scala europea e far leva su un mercato del controllo societario omogeneo e unitario, dove prevalgano le forme di governance più moderne, efficienti e trasparenti. La contendibilità della proprietà delle imprese, la trasparenza della loro governance, l'apertura internazionale del mercato dei capitali, sono obiettivi cruciali per l'efficienza dell'economia europea. Rendere più flessibile, aperto, giovane e moderno il mercato del lavoro, senza fare altrettanto con quello del capitale, significherebbe perseguire un processo di riforma e di apertura asimmetrico, distorto e insostenibile.

Lo scopo del panel Le imprese europee, il mercato unico dei capitali e la governance d'impresa è discutere diversi punti di vista su questi problemi, con particolare attenzione al confronto fra Italia e Francia in una prospettiva europea.