Un Attali per la cultura italiana
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Walter Santagata (a cura di) Libro bianco sulla creatività Per un modello italiano di sviluppo Università Bocconi editore, 2009 430 pagine, 30 euro |
C'è anche un social network che aiuti a far incontrare domanda e offerta di creatività in Italia tra i 70 suggerimenti (17 decisioni fondamentali per il lungo termine e 53 azioni da avviare subito) dati al mondo politico dalla Commissione di studio presieduta da Walter Santagata e incaricata dal Ministero dei beni artistici e culturali, il 30 novembre 2007, di elaborare un rapporto sulla creatività e produzione di cultura in Italia.
Il rapporto vede ora la luce con il titolo Libro bianco sulla creatività. Per un modello italiano di sviluppo (a cura di Walter Santagata, Università Bocconi editore, 2009, 430 pagine, 30 euro). I tredici studiosi della Commissione portano a termine il primo tentativo sistematico di valutare il contributo del macrosettore delle industrie culturali e della creatività all'economia italiana e lo calcolano al 9,31% del pil e all'11,85% degli occupati. Anche restringendo il campo alla concezione e produzione (tralasciando cioè distribuzione e attività connesse) il contributo è un rimarchevole 4,46% del pil e 5,72% dell'occupazione. Creatività e cultura, asserisce la Commissione, sono inoltre gli ingredienti principali della qualità sociale dell'esperienza italiana e contribuiscono perciò in modo determinante a un modello italiano chiaramente percepito all'estero, fonte di vantaggio competitivo per il Made in Italy. È perciò giusto che siano al centro di maggiore attenzione da parte del mondo politico. Il Libro bianco è strutturato per settori e analizza in profondità le città creative; design e cultura materiale; moda; industria del gusto; cinema; televisione, radio ed editoria; computer, software e ict, branding, comunicazione e pubblicità; patrimonio culturale; architettura; musica e spettacolo; arte contemporanea. Il Libro bianco propone certamente di aumentare la spesa pubblica per la cultura, portandola almeno all'1% del bilancio dello stato, contro il misero 0,22% di oggi, ma suggerisce soprattutto di qualificare e razionalizzare tale spesa, partendo da una riorganizzazione del ministero competente. Le azioni suggerite sono suddivise, come l'analisi che le precede, per settori, e costituiscono un piano coerente di valorizzazione delle migliori specificità italiane. Da leggere e portare al pubblico dibattito. ACQUISTA il volume online