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Steven, sette anni fa l'Mba, oggi la Formula 1

, di Andrea Celauro
Il pilota colombiano, diplomato SDA Bocconi, nel 2015 e' stato chiamato come terza guida dal team Force India. E racconta cosa serve oggi, oltre alla velocita', per sfondare nel Circus

Lo avevamo lasciato a bordo di una Ferrari 430 del campionato italiano Csai GT nel 2009, oggi lo ritroviamo a bordo della Force India di Formula 1, in qualità di pilota collaudatore (development driver). Steven "Stevo" Goldstein, diplomato all'Mba di SDA Bocconi nel 2008, ha centrato l'obiettivo di una vita, entrare nell'olimpo dell'automobilismo mondiale, tra quei 36 piloti considerati i più forti al mondo. Un grande salto che è anche l'occasione per riflettere su ciò che serve, oltre alle capacità di guida, per raggiungere questo traguardo.

'Stevo' Goldstein (al centro) insieme a Nico Hulkenberg
e Sergio Perez

"Correre in Formula 1 era il mio sogno da quando avevo dieci anni", racconta il pilota colombiano. "E durante la carriera ho capito in fretta quali caratteristiche debba avere oggi un pilota di F1: essere veloce, capire il business e possedere una buona formazione". Tre elementi che, ovviamente, si sommano "a una grande preparazione fisica e mentale", ma che, insieme, sottolineano come oggi guidare un'auto di Formula 1 sia un'operazione che va al di là della capacità al volante. In Bocconi, all'Mba, studia finanza, che lo aiuta a capire come funziona il mercato e ad affinare il rapporto con gli sponsor; lo studio e le gare in giro per il mondo migliorano anche la sua conoscenza delle lingue, "altro aspetto da curare con attenzione".

Quando si siede nel cockpit, però, sono le capacità di guida e di reazione quelle che contano. "Faccio due ore di sport al giorno, cercando di alternare attività diverse. L'allenamento mentale invece prevede attività al simulatore e prove specifiche al computer, sia di reattività che di concentrazione". Nel periodo in cui aveva cominciato questo tipo di training, nel periodo successivo alla Bocconi, ricorda che il più veloce in assoluto in questi test fosse il pilota di F1 Robert Kubica.

Dopo anni di gare in diversi campionati a ruote coperte, e dopo aver sfiorato l'ingaggio in F1 nella stagione 2010-2011, nel 2015 arriva la telefonata della Force India: "E' un ottimo team, molto veloce. Sono stato chiamato come pilota collaudatore, il prossimo passo è diventare pilota ufficiale". Di conseguenza, sta lavorando alacremente sia allo sviluppo della macchina, sia a quello delle proprie potenzialità. E stare nel Circus aiuta a calibrare il mirino, guardando anche a cosa fanno i suoi colleghi: "I piloti non sono velocissimi solo in pista", spiega. "Devono imparare a esserlo anche nella vita e nel business. La concorrenza in questo ambiente è talmente forte che, per farti notare, devi eccellere in tutti gli aspetti che compongono questo mestiere, ovvero velocità, management e formazione. Bisogna imparare a essere sempre un passo avanti agli altri".

Nell'attesa di essere lui alla guida di una delle due Force India sulla linea di partenza, a Monza Steven Goldstein guarderà la gara da bordo pista. "A Monza, che è una dei miei circuiti preferiti, ho vinto il maggior numero di gare della mia carriera", conclude.