Quando gli studenti danno il voto ai professori
La Giornata della Didattica è ogni anno l'occasione, per la faculty Bocconi, di dedicarsi a una riflessione comune volta a promuovere un continuo miglioramento dell'attività di docenza, attraverso l'analisi delle criticità emerse durante l'anno e la presentazione dei progetti in corso. E' anche l'occasione in cui vengono consegnati i riconoscimenti ai professori che hanno ottenuto una migliore valutazione da parte degli studenti, in base a criteri che vanno dalla chiarezza espositiva al rispetto degli obiettivi didattici fino all'entusiasmo trasmesso in aula.
L'attività di valutazione fa capo al Nucleo di Valutazione d'Ateneo, presieduto da Giorgio Brunetti, che ha il compito di monitorare e accertare la qualità degli insegnamenti impartiti, la capacità e le modalità didattiche dei docenti, nonché l'organizzazione dei corsi nel loro complesso. "Ma questa attività di rilevazione – sottolinea Brunetti - ha significato solo se è in grado di innescare cambiamenti positivi nelle strutture, nei metodi e nei comportamenti di tutti gli attori coinvolti nel processo formativo".
La valutazione da parte degli studenti è uno dei meccanismi per verificare la qualità della didattica, ma l'obiettivo futuro è di integrarlo con altri strumenti – già diffusi nel mondo universitario anglosassone - che mirano a indagare anche aspetti più complessi legati alla qualità "dinamica" della didattica. "Per questo – conclude Brunetti – sarà necessario un forte commitment degli organi di governo dell'ateneo, un attivo coinvolgimento e una positiva predisposizione dell'intero corpo docente".
Nel corso della Giornata, che si è svolta il 20 settembre scorso, Andrea Beltratti, prorettore all'area undergraduate, ha poi puntato l'attenzione su alcuni aspetti legati alla metodologia didattica nei trienni, che deve mirare a un maggiore coinvolgimento degli studenti attraverso una impostazione meno tradizionale. "Nel corso dello scorso anno sono stati fatti notevoli passi avanti – dice Beltratti – soprattutto in tema di miglioramento delle procedure di conversione degli insegnamenti sostenuti durante gli scambi all'estero, di riduzione delle ore di lezione integrative per dare più spazio allo studio individuale, di modifica del processo di valutazione del feedback dei docenti per utilizzare meglio le informazioni provenienti dagli studenti". Tuttavia alcune aree restano critiche e su queste si sta lavorando intensamente: un forte coordinamento (non solo all'interno dei trienni ma anche tra bienni e trienni) tra gli insegnamenti e tra i materiali didattici, per evitare sovrapposizioni di contenuti; una maggiore incentivazione dei lavori di gruppo e degli insegnamenti in lingua inglese: "L'obiettivo cui vorremmo arrivare è quello di avere almeno un insegnamento in lingua inglese obbligatorio per ogni corso di laurea" conclude Beltratti.
Nel modello didattico dei bienni assumono sempre più importanza gli stage e i programmi all'estero, come ha sottolineato Andrea Sironi, delegato rettorale per l'area graduate. "Lo stage è un'attività obbligatoria e fondamentale durante il secondo anno – spiega Sironi – e i servizi dell'Università che si occupano di raccogliere le offerte di stage dalle aziende e dalle istituzioni in tutto il mondo (SOP e Relazioni Internazionali), sono ora particolarmente impegnati per potenziare il numero di proposte e renderle disponibili a tutti gli studenti". Inoltre si sta facendo un grande sforzo per incrementare le possibilità di programmi internazionali, in collaborazione con altri importanti atenei europei, e in particolare si punta a rafforzare il programma CEMS e a lanciare i double degrees, che consentono di ottenere sia la laurea magistrale italiana sia il Master of Science. Sul fronte dei master universitari, invece, stata definita l'applicazione di regole comuni, con l'obiettivo di uniformare alcune procedure (tra cui modalità di accesso e pagamento delle tasse) e migliorare il modello didattico.
Nel constatare quanto i dottorati di ricerca non siano, in Italia, ancora molto bene organizzati, Fulvio Ortu, prorettore all'area PhD, ha quindi evidenziato l'importanza, da parte dei docenti, di seguire con più attenzione e più da vicino l'attività di ricerca dei dottorandi.
Molti progressi, infine, si stanno facendo anche sul versante della tecnologia a supporto della didattica. Ferdinando Pennarola ha infatti evidenziato come l'uso dell'e-learning sia notevolmente cresciuto negli ultimi anni. Ciò è stato reso possibile innanzitutto grazie a forti investimenti infrastrutturali e in attrezzature informatiche, ma anche grazie alla propensione sempre più ampia da parte dei docenti all'utilizzo di questo strumento. "E molto contiamo ancora di fare – conclude Pennarola – : innanzitutto con un massiccio programma di formazione e informazione per la faculty e per gli studenti e in seguito con l'avvio di una sperimentazione dell'attività di webcasting per la distribuzione di contenuti e corsi e con la possibilità di effettuare pre-corsi online".