Progettare e pianificare, le arti perdute dai nostri dirigenti
Le scienze economiche e sociali si sforzano di descrivere, spiegare, fare previsioni. Ci sono ragioni concettuali e pratiche per sostenere che non sia abbastanza. L'organizzazione economica è un artefatto, un costrutto artificiale. Noi la creiamo, e noi possiamo cambiarla. Dunque per essere utili la ricerca e le teorie non devono limitarsi a spiegare strutture e fenomeni esistenti, ma dare indicazioni per la progettazione di nuovi assetti. La progettazione è l'arte e la scienza di 'pensare il mondo come potrebbe essere' (secondo la definizione di Herbert Simon), anziché il mondo semplicemente com'è.
Le teorie che produciamo nel tentativo di dare spiegazioni, inoltre, possono influenzare e modificare i comportamenti. Se noi assumiamo nelle nostre teorie che gli individui siano opportunisti o che la finalità dell'impresa sia la massimizzazione del profitto, e se questi postulati diventano convinzioni degli agenti economici, è probabile che si trasformino in previsioni autorealizzantesi.In tempi di crisi i problemi di progettazione assumono maggiore rilevanza. Addirittura, sono una delle cause dell'attuale crisi economica – per esempio, nella misura in cui strutture di governance sbagliate hanno generato comportamenti distorti, miopi e insostenibili. Ogni discussione sulle soluzioni della crisi, come di ogni serio problema economico, è inevitabilmente una discussione sulla progettazione. Tuttavia, essa viene affrontata senza strumenti rigorosi e specifici, per esempio con la logica imitativa del benchmarking. I dibattiti su quale sia il migliore dei modelli osservati– di capitalismo, di governance, di organizzazione – non sono molto istruttivi, perché le soluzioni migliori, o anche solo soluzioni buone, potrebbero non essere state ancora realizzate. Uno degli eventi culturali più stimolanti al quale abbia mai assistito è stata, qualche anno fa, l'esposizione di architettura 'The unbuilt Chicago', che mostrava i progetti ideati ma mai realizzati, accanto a quelli conclusi in varie zone della città. I progetti non realizzati erano in gran parte più affascinanti e immaginativi di quelli implementati. La Chicago non costruita sembrava più bella di quella reale. La disciplina del 'Management e organizzazione' è ben posizionata per dare un contributo alla riprogettazione delle strutture economiche. In realtà, se c'è qualcosa di davvero distintivo nel management e organizzazione, è la 'direzione conscia e deliberata' delle attività e del modo in cui realizzarle. Come ha affermato in modo evocativo uno dei padri della disciplina, il management e organizzazione sta alle scienze sociali di base (economia, sociologia e psicologia) come l'ingegneria o la medicina stanno alle scienze naturali di base. Questo messaggio, però, è andato in qualche modo smarrito nelle scienze manageriali e organizzative recenti, che, in una ricerca per altri versi apprezzabile di rigore, sono cadute in una 'trappola naturalistica' (pensare che l'ordine sociale sia 'dato' in modo analogo all'ordine naturale); con ciò perdendo anziché guadagnando in quel tipo di rigore che consiste nell'usare metodi e modelli adatti all'oggetto di studio, e perdendo sicuramente in rilevanza per la soluzione dei problemi praticamente importanti. Il recente revival e attualizzazione di approcci analitici o quantitativi alla progettazione dimostra che si può essere sia rigorosi che rilevanti, sia scientifici che prescrittivi. Per esempio, tra le prescrizioni che quegli approcci hanno già prodotto, sta emergendo una direzione comune che sta rivoluzionando i 'vecchi' schemi di progettazione organizzativa e management. La mentalità tradizionale, tra gli accademici come tra i policy maker, era di sforzarsi di raggiungere 'coerenza', 'allineamento degli obiettivi' e 'adattamento' (selezione delle funzioni adatte a un dato contesto). I nuovi approcci dicono che c'è poco spazio per questi principi di progettazione nel mondo instabile e incerto di oggi. I principi quasi opposti di 'multimodalità', 'pluralità di fini' ed 'exattamento' (la scoperta di nuove funzioni adatte a una serie sempre in potenziale espansione di ambienti) sembrano produrre soluzioni più sostenibili.