Odile ha portato in Italia il volontariato flessibile
Quando ci sono domanda e offerta da far incontrare, i bocconiani entrano in azione - anche nel volontariato. Odile Robotti, titolare di Learning Edge, una società di consulenza e formazione manageriale, è bocconiana al quadrato, grazie alla laurea in economia politica del 1984 e all'Mba del 1991. Fa incontrare domanda e offerta di volontariato con MilanoAltruista, un'iniziativa che rende le azioni di volontariato flessibili e facili da trovare.
Quando, nel 2010, ha capito di avere qualche ritaglio di tempo, che avrebbe volentieri dedicato al volontariato, Odile si è resa conto di quanto fosse difficile trovare un'attività da svolgere. "Le organizzazioni tradizionali", spiega, "prevedono un processo di selezione, un periodo di formazione e, soprattutto, continuità di rapporto, ovvero ostacoli insormontabili per chi, pur disposto a dedicarsi agli altri, lo possa fare solo a singhiozzo".
Parlando con amici è venuta a sapere dell'esistenza di New York Cares, un'organizzazione che gestisce migliaia di programmi di volontariato nella Grande Mela e il punto di riferimento di chi vuole darsi da fare pur senza poter garantire continuità d'impegno. "Quando mi sono trovata a New York per lavoro", racconta, "sono andata a trovarli e ho scoperto che fanno parte di un network più ampio, HandsOn, che propone lo stesso modello in moltissime città. Sono entrata in contatto con altre organizzazioni locali, ho osservato il
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Odile Robotti |
loro modo di agire e ho deciso di proporre lo stesso modello in Italia".
Lo ha potuto fare grazie a un gruppo di amici che condividono le sue idee, tra cui due altre diplomate Mba della SDA Bocconi, Marina Del Bue e Valeria Monti.
MilanoAltruista è partita organizzando dal nulla giornate di volontariato dedicate a uno scopo preciso, come ripulire un parco, preparare e condividere un pranzo con gli ospiti di una casa di riposo, imbiancare una scuola. "All'inizio le associazioni erano un po' diffidenti", spiega Odile, "perché ritenevano che, alla base dell'impegno, ci debba essere qualche forma di vocazione specifica, ma poi hanno visto che le iniziative funzionano bene".
Per marcare la differenza con chi si dedica al volontariato con continuità, a volte chi partecipa viene definito "altruista" anziché volontario, ma non mancano i casi in cui l'adesione alle singole iniziative si è dimostrata l'anticamera a un impegno continuativo. L'altruista ha un'età media di 35 anni, ma con una forte variabilità, le donne prevalgono di misura sugli uomini e c'è un'importante presenza di popolazione lavorativa attiva.
MilanoAltruista ha saputo stabilire solidi rapporti con le realtà del volontariato locale, ma anche con le imprese, che spesso sponsorizzano le iniziative e, in alcuni casi, stimolano i dipendenti a partecipare, anche in forme innovative. "Un bell'esempio è quello di alcuni manager che si sono impegnati a fare una sorta di doposcuola per i ragazzi di una scuola di Quarto Oggiaro e, quando si sono resi conto che le distanze erano un ostacolo, anziché mollare si sono organizzati con le webcam".
Anche in Italia, intanto, si sta sviluppando un piccolo network, che ha ricalcato in un primo momento i network personali degli organizzatori, ma ha poi tratto beneficio anche dall'eco mediatica suscitata dall'iniziativa. RomAltruista, una realtà ormai consolidata, è nata grazie al network personale, e non stupisce, allora, che nel gruppo dirigente vi siano altre due diplomate Mba della SDA Bocconi (Annita Di Donato e Manuela Cimini) e uno del Master in Economics (Riccardo Settimo). Hanno invece conosciuto l'iniziativa attraverso altri canali, e hanno deciso di portarla nella loro realtà, gli organizzatori di TriesteAltruista e della costituenda IrpiniAltruista.