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La collezione Panza in Università

  • Bocconi darte: liniziativa, le opere
  • La Collezione Panza
  • Gli artisti
    • Ford Beckman
    • Lawrence Carroll
    • Alfonso Fratteggiani Bianchi
    • David Simpson

Bocconi darte: liniziativa, le opere 

E un fatto unico in Italia che una sede universitaria si doti, nel suo atrio d'ingresso e quindi in unarea di particolar prestigio, di opere che appartengono al linguaggio dell'avanguardia. Grazie allaccordo con il Conte Giuseppe Panza diBiumo, il maggiore collezionista italiano, ciò è stato reso possibile allUniversità Bocconi.

Il fatto che si tratti di un luogo dove si impara larte degli affari non deve trarre in inganno o stupire: è esattamente questo il posto giusto per una pausa e un'accoglienza che sia offerta dallarte contemporanea. L'uomo che passa la propria vita in attività produttive, e a maggior ragione il ragazzo che si prepara a contare o a fare denaro, devono potere riflettere sui valori ultimi che li guidano: non gli affari in sé stessi, ma come espressione di una propria intensità spirituale che si ripiega, senza moralismo ma anche senza cinismo, nelle attività materiali. Questo avevano in mente in grandi mecenati del passato e probabilmente è per questo che, nelle case dei più grandi protagonisti delleconomia mondiale, troviamo raccolte darte sovente inaspettate e coraggiose.



La Collezione Panza
Il Conte Panza ha iniziato giovanissimo la sua raccolta di opere, presto orientata verso gli Stati Uniti, che negli anni Cinquantariconobbe come il luogo più avanzato per larte visiva. Ora continua la sua ricerca di talenti, prescindendo da logiche mercantile e anche da quellintreccio tra promozione istituzionale e mercantile che è diventata incombente. Panza sceglie col proprio gusto e propone ciò che a lui ha dato raffinate emozioni, sperando di poterle regalare anche ad altri.

Il modo in cui si esprime larte sperimentale non è rappresentativo e non è guidato da unabilità tecnica che possa, per sé stessa, essere fonte di ammirazione. Per comprenderlo occorre vederlo e rivederlo, capire cosa ci sa raccontare anche nelle sue espressioni più radicali, comprendere come un bianco sia diverso da un altro e una manipolazione trasformi un tessuto in una traccia del passato piuttosto che in un lucido richiamo metallico.Poche opere come quelle esposte nellatrio della Bocconi sono chiare su un punto: l'arte contemporanea sfugge a ogni forma di riproduzione e per comprenderla occorre anzitutto guardarla, riguardarla, farla entrare nella nostra percezione. La fotografia non può rendere, per esempio, il cambiare cinetico del colore di una superficie monocroma.

Non ha alcuna importanza quale sarà la prima reazione di professori e studenti a questa strana apparizione. Ci vuole tempo. Diversamente dalla velocità che la nostra vita ci impone, larte richiede tempi lunghi e anche la capacità di ricredersi, virtù che è caratteristica delle menti evolute. Con questi due messaggi - un tempo lento, una rinnovata capacità di pensare anche cambiando idea- la collezione Panza si presenta nei suoi valori essenziali, che sono largamente condivisibili anche da un luogo in cui si studia e ci si prepara a vivere.



Gli artisti

Ford Beckman
è nato a Columbus. Ohio (USA) nel 1952. Vive lavora in Connecticut. Lartista ha lavorato per il Museo dArte Contemporanea di Los Angeles, per il San Francisco Museum of Modern Art, per la Saatchi Collection di Londra. Le sue opere consistono in un stesure successive di colore acrilico, cera, vernice industriale su tela e legno. Il lavoro nasce con una forte attitudine manuale. Non intende rappresentare nulla se non il passare e ripassare delle pennellate su di un medesimo pattern. Pur radicato nella tradizione dellastrattismo americano, Beckman non segue alcun movimento legato alla propria generazione. Si mostra memore soprattutto dellastrattismo russo e in particolare del Quadrato Nero su Fondo Bianco (1915). Lartista priva infatti quel quadro storico della sua secca geometria. Così facendo lo priva anche dellutopia che a esso soggiaceva e della fiducia in una collettività forte e combattiva: qui lindividuo dipinge con uguale decisione, scegliendo ancora una volta il bianco e il nero, ma cambiano alcuni particolari decisivi: egli non condivide con il pubblico una forma geometrica semplice e chiara ma offre un disegno smangiato ai suoi bordi come da unimprecisione soggettiva; inoltre, le campiture lasciano intravedere variazioni verso il giallo e il bruno della coppia bianco-nero, come a fare penetrare lidea di dubbio persino dentro al colore.

Lawrence Carroll è nato a Melbourne, in Australia, nel 1954. Vive e lavora a Los Angeles in California (USA) e insegna al Corso di Laurea in Arti Visive di Venezia. Il suo lavoro si fonda su di una profonda lettura della luce e del suo cambiare, dal rosato al bianco al giallastro, ben oltre la nostra consueta percezione di azzurro. Gli spazi che descrive, sovente in dipinti di enormi dimensioni, sono peraltro anche superfici che diventano pelle: come la pelle sono ricchi di anfratti, cicatrici e segni del passato, ma anche costantemente chiari e aperti verso nuove esperienze. Dalle sue opere può emanare un senso di solitudine e di isolamento come se ci si trovasse in un deserto, per quanto ricco di particolari affettuosi. A volte le sue opere assumono anche laspetto di contenitori, come se oltre che luce e pelle fossero anche corpi tridimensionali e in qualche modo vitali, dove stanno nascoste cose usate coperte, fiori, lacci come reperti e memorie di un passato che ci portiamo con noi. Carroll è giunto alla sua ricerca attuale passando attraverso unampia conoscenza dellespressionismo astratto americano, da cui i frequenti richiami alla pittura di Rothko, lartista non aderisce a nessun movimento specifico e disciplina il suo lavoro anche attraverso una costante pratica del disegno e un continuo lavora re sullidea di collage, assemblage, bricolage di materiali diversi, che passano dalla dimensione aulica a quella domestica.

La peculiarità delle opere dellartista umbro Alfonso Fratteggiani Bianchi è la ricerca del colore.
Molte opere del XX secolo hanno approfondito questa tematica, dando vita a una serie di opere definite "monocromi", continuando una ricerca estetica le cui radici possono essere collocate fin dagli inizi dell'Impressionismo francese per poi continuare con le ricerche di Yves Klein, di Ryman.
L'originalità del lavoro di Fratteggiani consiste nell'avere ulteriormente indagato questa linea di ricerca, mostrando il colore allo stato puro.
E' stato un lungo cammino che alla fine ha trovato una soluzione ottimale: il colore posto direttamente su di un supporto in pietra, senza l'uso di collanti che ne alteri l'intensità cromatica.
Era necessario avere la superficie di un materiale che nelle sue piccolissime cavità trattenesse in modo stabile i finissimi granuli puntiformi del pigmento. Superfice ideale che lartista ha individuato nella pietra serena, tipica della sua Umbria. Un'altra caratteristica di questi quadri è il modo in cui sono fatti. L'artista non adopera pennelli o altri strumenti. Il colore è steso con un dito della mano destra. Per farlo aderire alla superficie liscia della pietra è necessaria una pressione molto delicata per fare penetrare il colore. Se è troppo forte, il colore si accumula ma non penetra e poi cade.
Sono stati necessari 3000 anni di storia dell'arte per fare maturare le condizioni che rendono possibile questa arte, che per la prima volta ha dato al colore la possibilità di esprimere tutta la sua potente bellezza.

David Simpson è nato a Pasadena nel 1928; vive a Berkeley, USA. Fino dagli anni cinquanta è stato un protagonista della vita artistica del Museum of Modern Art di New York; fece parte di alcune mostre collettive storiche, tra cui la famosa Post Painterly Abstraction curata dal grande critico Clement Greenberg. Il suo modo di dipingere per campiture piatte è nato in unatmosfera vicina a quella dellespressionismo astratto americano. Diversamente da quanto accadeva per quel movimento, però, Simpson non desidera esprimere uno stato danimo individuale, quanto riferirsi alla percezione della natura ed eventualmente dei suoi riflessi spirituali in noi. Il suo modo didipingere è cambiato in modo radicale nel1987, quando un nuovo colore acrilico, composto di titanio biossido rivestito di particole di mica, lo ha condotto a dipingere monocromi. Come la luce naturale, infatti, questo colore risulta iridescente e cangiante: chi lo guardi passandogli davanti lo vede cambiare anche radicalmente. In questo senso, il primo amore dellartista per il paesaggio non è smentito ma anzi accentuato dallo sviluppo che il suo lavoro ha avuto nella maturità: lo spettatore viene a trovarsi come in un film accelerato a frammenti di immagini sui mutamenti che il sole, la luna, le stagioni e il variare delle condizioni atmosferiche impongono a tutte le cose.

Ultimo aggiornamento 13/10/2020 - 11:43:58